Modelli di comunicazione linguistici – Université Européenne
Modelli di comunicazione linguistici

Marco Paret

03 Marzo 2014

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Modelli di comunicazione linguistici

Modelli di comunicazione linguistici

modelli-linguisticiQuanto sono importanti le parole?

Le aziende spendono milioni di euro per decidere un marchio.

Con certe parole possiamo anche entrare direttamente in contatto con il processo di pensiero del nostro interlocutore.

Nel processo ipnotico portiamo la mente conscia in una nuova direzione.

Infatti l’ipnosi è per scoprire nuove possibilità, per aprirci in direzioni mai frequentate mentalmente. Con le parole possiamo superare il fattore critico della mente conscia, ed a questo punto potremo impiantare suggestioni nella mente inconscia. Nella cosiddetta “ipnosi formale” questo è fatto tramite un testo ben definito. Tuttavia nella comunicazione quotidiana il processo è differente in quanto sono sempre presenti dei fattori distraenti. Dobbiamo quindi divenire capaci di controllare l’immaginazione del nostro interlocutore tramite le nostre parole.

Tutte le forme di ipnosi verbali utilizzano l’immaginazione. Utilizzando l’immaginazione possiamo portare la persona in uno stato differente da quello che ha attualmente. Quando una persona è in tale stato è aperta a nuove idee. Una regola base di tutte le forme di persuasione ipnotica è che qualsiasi cosa voi facciate immaginare ad una persona, loro penseranno che è il loro pensiero, ed in tal maniera sarete in grado di suggestionarli come se fossero le loro stesse idee. Questo è un concetto molto importante da capire. In pratica bisogna essere capaci di “sedurre”, ovverosia “portare a sè”, la mente del nostro interlocutore.

Adattarsi all’interlocutore

Per “sedurre” efficacemente è anche importante anche osservare il nostro interlocutore mentre parliamo. Dobbiamo incominciare a fare attenzione alle sue “microreazioni”. Queste sono le reazioni che manifesterà a livello di fisionomia, gestualità etc… Questi sono solo alcuni degli elementi da osservare. Che cambiamenti stanno avvenendo? C’è una dilatazione della pupilla? Possiamo allora pensare che il cliente stia immaginando. Batte le palpebre? Spesso il battere le palpebre si lega a reazioni emozionali. Dobbiamo adattarci alla persona attorno a noi. Quando vediamo che incomincia a muoversi, magari è il  momento di suggerire di prendere un caffè. Così ci adatteremo ed allo stesso tempo guideremo. Se vediamo un moto di interesse cerchiamo di soddisfarlo. Nell’ipnosi tradizionale il terapeuta può entrare così tanto in contatto col paziente da creare un “castello di suggestioni” dove l’una che si lega all’altra fino a creare un modo totalmente nuovo di sentire.

Analogamente conversazionalmente noi stiamo creando una nuova realtà soggettiva. Lo stiamo portando ad immaginare. Dovete osservare il vostro cliente momento dopo momento per capire cosa è utile suggerire subito dopo. Uno può praticare tale attenta osservazione in molte situazioni della vita quotidiana. E’ importante capire che le persone non sono sempre nello stesso stato mentale. Può essere in una gamma di stati che varia dall’allerta più completa fino ad essere già in una specie di “trance”. Se una persona è già in trance è più facile condurla. Lo vediamo ad esempio all’uscita dei cinema. Le persone sono più suggestionabili poichè sono già state in una trance per la durata del film. La trance è uno stato particolare che intensifica la relazione e che focalizza l’attenzione di una persona su di una serie di realtà soggettive.

Sviluppare stati di “trance” quotidiana

La comunicazione ipnotica è efficace nel grado in cui arriva ad attivare, bloccare, modificare il funzionamento mentale già esistente nel nostro interlocutore. Notiamo come portare la persona semplicemente in “trance” non implica obbligatoriamente l’accettazione delle suggestioni. Ma quando l’attenzione tuttavia è fissata e focalizzata in una trance, frasi e termini che normalmente non produrrebbero risultati possono creare esperienze letterali e concrete. Queste reazioni potranno anche guidare ad un comportamento effettivo se verranno successivamente collegate in base a meccanismi associativi al fine di portare la mente in una particolare direzione. A questo punto avremo quindi un nuovo comportamento del nostro interlocutore che potrà anche apparire a lui soggettivamente come spontaneo quando effettueremo il cosiddetto  “suggerimento per analogia” ad esempio utilizzando delle metafore, ovverosia delle storie che contengono già delle “istruzioni di processo” per il nostro interlocutore.

Comunicare ipnoticamente significa quindi che, dopo aver portato il nostro interlocutore nel suo mondo soggettivo, utilizzeremo parole, intonazioni, gesti ed altri elementi che portino a riemergere meccanismi propri del nostro interlocutore. In pratica la comunicazione ipnotica interverrà a due livelli: per creare lo stato di focalizzazione e successivamente per evocare ed utilizzare i processi mentali propri del nostro interlocutore in modi nuovi. Ci legheremo in questa fase spesso alla sua mappa del mondo, a quello che desidera o rifiuta.

La comunicazione ipnotica mette il nostro interlocutore in uno stato di “apprendimento attivo” a livello inconscio. In pratica assorbe delle informazioni senza l’ostacolo della mente conscia. Si tratta di un imparare senza coscienza di farlo, ma alla fine il comportamento si modifica. Tale tipo di apprendimento può avvenire più facilmente in uno stato dove le resistenze della mente conscia sono ridotte. Un esempio di ciò è dato dal cinema e dalla televisione. Quando ci sediamo di fronte allo schermo, rilassiamo il fattore critico. Pur sapendo che le scene che vediamo sono fittizie, ci emozioniamo e spaventiamo come se fossero reali. La televisione influenza la cultura di un paese, molte lingue nazionali, come l’italiano, hanno avuto la predominanza sull’italiano solo grazie all’impatto della televisione. E questa da sola può essere un testimonianza di quanto forte sia l’apprendimento inconscio.

Ovviamente bisogna imparare i correlati comportamentali quotidiani di tutti questi stati. Può essere utile incominciare ad esercitarsi partendo dall’osservazione di comportamenti quotidiani, commentarli, e poi incominciare a suggerire elementi che variano il comportamento.

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